Michele Galante
Il complesso monumentale della Mater Domini (e san Leonardo) giace sul cosiddetto Masso dell’Antica, un enorme costone di tufo circondato dalla gravina che l’avvolge da Nord-Ovest a Sud-est, e che prende il nome, evidentemente, dalla vecchia Via Antica, un taglio netto nel masso largo un paio di metri, una mulattiera che prima della costruzione della nuova strada per Laterza era l’unica via che consentiva il transito delle persone e degli animali per superare il masso, ma non dei carri o delle carrozze, le vetture, non era e non è carrozzabile.
Per andare a Laterza e da lì continuare per Castellaneta o Taranto per i traini e le vetture esisteva un percorso più lungo e a rischio di brigantaggio. La vecchia carrozzabile infatti uscendo dal paese verso la contrada Cavese passava per il passo di Giacobbe, un brigante, che ha dato il nome al passo dove attendeva i viaggiatori per rapinarli. Il percorso alternato più breve, che permetteva una “vaga scena” scriveva il progettista, cioè panoramica, per creare una diretta per Laterza richiedeva però il superamento del Masso dell’Antica.
Originariamente Via Antica arrampicandosi sul masso raggiungeva il piano individuato come “la vigna dell’Arciprete” che attraversava verso Laterza, superando un’altezza di circa trenta metri, oggi si interrompe a metà della sua lunghezza confluendo nella strada attuale. Al posto della vigna dell’Arciprete oggi c’è un oliveto al cui interno, ben protetto da occhi indiscreti, troviamo un altro tesoro: l’ulivo pensante di Ginosa.
Nella prima metà dell’800 dunque, su progetto dell’ing. Campanella, fu progettato e realizzato il nuovo percorso, la “traversa” per Laterza. Partiva dal piano del Carmine, che comprendeva quello che oggi è la Villa fino a piazza Immacolata, seguendo la strada per Montescaglioso per poi svoltare a destra, attraversare una proprietà Miani, superare la gravina con un ponte e innestarsi sul masso dell’Antica. Fu necessario incidere il masso tufaceo per garantire una pendenza accettabile alla nuova strada che tagliava in due il Masso dell’Antica, così com’è oggi: a un lato il pianoro della chiesa Mater Domini (san Leonardo), e dall’altro lato della strada l’imparagonabile paesaggio che si offre alla vista del visitatore dall’area panoramica del Casale sull’abitato rupestre, lato est, si ammira lo scenario della Passio Christi e l’alveo della gravina che si distende verso sud-est, con “li piempiti” staccatisi nei secoli dal costone e rotolati in basso, mostrando dove una porta, dove una scala incisa nel tufo, riverse in posizione innaturale. Percorrendo via Antica dalla base del ponte si nota sulla sinistra un’antica scaletta scavata nel masso che consentiva di salire al pianoro del Masso dell’Antica accorciando il percorso. Il pianoro è quasi un terrazzo, a circa venti metri di altezza dal fondo della gravina con una serie di abitazioni storiche che formano la via Mater Domini, dedicata alla Madonna che si venera a Laterza, Maria SS Mater Domini, che dà il nome alla cripta e alla chiesa superiore che sulla via si affaccia. A lato della chiesa superiore si apre una larga scalinata scavata nel masso tufaceo che scende al piano della cripta e al sorprendente affaccio sul ciglio della gravina, lato ovest, da dove si ammira lo scenario rupestre che sale fino al Riparo dell’Oscurusciuto, un sito del paleolitico abitato dall’uomo di Neanderthal più di 40mila anni fa, che fa del territorio di Ginosa la culla dell’umanità.
Michele Galante